domenica 26 agosto 2012

La spending review ora è legge: con tanti saluti all’equità

Da agosto la spendig review è legge, chi si aspetta finalmente equità, collezionerà l’ennesima delusione. Non vengono tolti privilegi alla Chiesa, i redditi dei ricchissimi non vengono intaccati, ancora una volta non c’è il divieto di cumulo degli incarichi pubblici (per la gioia del presidente Inps Mastrapasqua, l’uomo da oltre un milione di euro di incarichi… quando si dice contento come una Pasqua), chi detiene beni pubblici in concessione continuerà a fare il bello e cattivo tempo, spese militari tutte al loro posto. Di seguito alcuni dei “tagli” previsti: per gli stipendi dei manager e dei dipendenti delle società non quotate partecipate dallo Stato, compresa la Rai, viene previsto un tetto di 300.000 euro dal prossimo contratto (come dire… è giusto che ci siano persone con un reddito al di sotto della soglia di povertà ed altre che prendano soldi pubblici in abbondanza anche in tempi di crisi).
Salta l’obbligo per le autonomie locali di tagliare o accorpare enti e agenzie (la Regione Abruzzo per i suoi vari enti spende oltre 128 milioni di euro), ma Antonio Mastrapasquaresta l’obiettivo di ridurne la spesa almeno del 20%. Escluse dai tagli le istituzioni che gestiscono servizi socio-assistenziali, educativi e culturali (come dire… non si taglierà sui vari consigli amministrativi ma sui dipendenti che costano). Sulle Province: gli enti dovranno essere ridotti ma con un “riordino” e non una “soppressione”. Restano i requisiti minimi di popolazione e territorio, che eliminano le amministrazioni più piccole, e per i Comuni che vogliono cambiare Provincia dovrà esserci contiguità territoriale. Entro 90 giorni ogni Regione dovrà trasmettere al governo una proposta di riordino (come dire… a discrezione delle buone o cattive Regioni).
Nella Pubblica Amministrazione, riduzione del 20% dei dirigenti pubblici, -10% del personale non dirigente. Per il personale del ministero dell’Interno e per i diplomatici e i dirigenti del ministero degli Esteri il termine per la riduzione degli organici viene spostato al 30 aprile 2013, sei mesi in più rispetto al 31 ottobre 2012 stabilito per tutti (come dire… vi lasciamo respirare fino a nuove elezioni, poi la patata bollente si passa a chi verrà Mario Montidopo). Nuovo taglio di 5 milioni di euro per le risorse dedicate alle intercettazioni telefoniche. Ne beneficiano però gli uffici giudiziari sul territorio, che così dovranno fare tagli per 30 milioni e non più per 35 milioni (come dire… tornate a prendere “certi” appuntamenti per telefono per risparmiare carta).
Multe raddoppiate per le proteste dei lavoratori nei servizi pubblici essenziali fatte in violazione della legge sullo sciopero (come dire o questa minestra…). Buoni pasto per i dipendenti pubblici non oltre i 7 euro, dal 1° ottobre, e stop alle consulenze esterne ai dipendenti in pensione (come dire… nei call center possono continuare ad averli da 4 euro come quello che guadagnano l’ora). Nella sanità l’addizionale Irpef più cara per le Regioni in deficit sanitario (come dire… il debito lo hanno contratto i cittadini e non chi ha amministrato con i piedi).  Tagli ai posti letto negli ospedali: 3,7 ogni 1000 abitanti – oggi è 4 (come dire… la popolazione Samanta Di Persioanziana aumenta, servitevi della sanità privata).
Taglio del 50% alla spesa per il noleggio delle auto blu e per i buoni taxi rispetto al 2011 (come dire… continuate ad avere privilegiati con i vostri 16mila euro al mese). Slitta di due anni l’obbligo del taglio del 15% degli affitti per immobili in uso alle amministrazioni (come dire… nel frattempo vendiamo gli immobili e li riaffittiamo ai vari Tronchetti, Montezemolo…). Non c’è da meravigliarsi se l’Italia è nel mirino degli speculatori e lo spread continua ad essere lo spaventa-investitori. E se Monti non avesse pronunciato le parola austerità, equità fino alla nausea?
(Samanta Di Persio, “Come dire spending review”, dal blog “Cado in piedi” del 16 agosto 2012).
Fonte:Libre.it

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