venerdì 20 luglio 2012

Ore 19, la Sardegna riabbraccia Rossella: "Voglio riposare e festeggiare"



di Cristiano Sanna
Az1595. Molto di più del solito, impersonale numero che contraddistingue un volo. Quel codice stavolta ha il sapore di un abbraccio grande quanto un'intera isola. Atterra all'aeroporto di Elmas proveniente da Roma, Rossella Urru. Ad attenderla c'è la folla delle grandi occasioni. I compaesani di Samugheo, il piccolo comune in provincia di Oristano da cui proviene la ragazza. Arrivano i parenti, si moltiplicano i curiosi, portando appresso grappoli di palloncini-arcobaleno. Tutti a contendersi il posto in prima fila alle transenne di fronte alle porte scorrevoli degli arrivi internazionali.  Non mancano giornalisti, fotografi, cameraman. Ad un certo punto sembra che il volo, atteso in Sardegna per le 18:35, arrivi prima. Dall'altra ala dell'aeroporto, ore 18 in punto, provengono urla di festa, battiti di mani, immediato il travaso di reporter e curiosi per capire cosa stia accadendo. Ma sono "soltanto" i Litfiba, Ghigo e Piero, appena arrivati per un concerto nel capoluogo sardo. Si ritorna tutti dall'altra parte, dove non si aspetta che la cooperante tornata, davvero, a casa.
Stremata e felice - C'è entusiasmo e c'è commozione (quella di una zia di Rossella Urru, sorella del padre, che di fronte all'insistenza dei giornalisti chiede con grande cordialità: "Vi prego, lasciateci gustare questo momento, non mi chiedete altro"). C'è un caldo che diventa quello di una fornace nella calca disordinata che attende la piccola operatrice umanitaria sarda, l'organizzazione da parte dell'autorità aeroportuale non è delle migliori. Sarebbe bastato creare due cordoni, uno per compaesani e curiosi, l'altro per la stampa, per evitare il disordine e gli assembramenti. Invece così si apre un duello a chi starà più vicino alle porte scorrevoli da cui uscirà Rossella. Finché i carabinieri e l'addetto stampa dell'aeroporto avvertono: "Rossella è arrivata. E' stanchissima, ancora scossa da quanto le è accaduto. Farà un breve saluto a tutti, poi andrà a riposarsi e a festeggiare a Samugheo".
Pioggia di flash - Quando la ragazza minuta, capelli nerissimi, il viso provato ma sorridente, si mostra alla folla, è festa. Parte la Banda Verdi di Sestu, suona l'inno Dimonios della Brigata Sassari, partono, spesso invano, le salve di flash a tentare di ritrarre Rossella letteralmente circondata da un cordone di polizia e autorità locali. Si sbracciano i reporter della televisione, ma niente interviste, e (perché?) nemmeno una veloce conferenza stampa. La spuntano i samughesi che vengono lasciati avvicinare a far sentire il loro abbraccio a chi hanno atteso a lungo. La Urru parla a voce bassa nel vociare festoso attorno a lei. Ringrazia "il popolo sardo che è stato vicino alla mia famiglia". E' felice, stremata, emozionata dal ritorno nella sua terra, non vede l'ora di riabbracciare gli amici di sempre (che l'hanno pianta per nove mesi e ora sorridono attorno a lei con gli striscioni "Bentornata Rossella"). Ha bisogno di un po' di raccoglimento, viene scortata velocemente verso un'auto che la attende. Si allontana come una star di quelle che siamo abituati a vedere sul red carpet, ma in lei non c'è nessun divismo, nella delusione dei tanti che sognavano lo scoop mediatico, la dichiarazione solo per la loro testata stampa. Si porta appresso l'affetto di chi non ha mai smesso di mantenere alta l'attenzione dei media e del governo perché non cessassero di cercarla, di trattare per la sua liberazione. Ora per Rossella è il momento del riposo, ma a Samugheo saranno canti, balli e abbracci, fino a notte fonda. Sì, bentornata.
Fonte:Tiscali.it
 

Rossella Urru

Nessun commento:

Posta un commento