D'accordo, gli italiani sono dei menefreghisti. Gli italiani se ne
fottono di quello che succede al loro paese, e guardano soltanto al
vantaggio personale. Gli italiani si sentono tutti uniti quando gioca la
nazionale, ma poi tornano subito al loro passatempo preferito, che è
quello di pisciare nel giardino del vicino.
Gli italiani
reagiscono come belve ferite se li tocchi nel portafoglio: prova a
ritoccare le tariffe dei tassisti, e avrai di colpo intere città
bloccate dalle auto gialle, che protestano per questi ritocchi. Oppure
prova a ritoccare le sovvenzioni agli agricoltori, e avrai di colpo le
strade di mezza Italia bloccate dalle mucche e dai trattori. Ma non
vedrai mai i tassisti che scioperano per difendere i diritti degli
agricoltori, nè gli agricoltori che scioperano per difendere quelli dei
tassisti. In Italia la solidarietà fra le varie categorie non esiste,
esattamente come non esiste la soliderietà fra gli individui.
Ognuno per i cazzi suoi, e che Dio ce la mandi buona.
Ma
perchè siamo così diversi dagli altri? Perchè gli spagnoli scioperano
uniti contro le misure dell'austerity, perchè gli inglesi protestano
uniti quando la benzina è troppo cara, perchè i francesi scendono
compatti in piazza contro l'innalzamento dell'età pensionabile, mentre
noi restiamo serenamente a casa nostra, a meno che la cosa ci riguardi
da vicino?
La prima risposta che viene alla mente, è che da noi il meccanismo del divide et impera
abbia funzionato meglio che nelle altre nazioni. Ma siamo daccapo:
perché da noi avrebbe funzionato meglio, e dagli altri invece molto
meno?
Propongo un ragionamento, senza pretendere ovviamente di
avere la verità in tasca. La nostra nazione ha una storia molto
particolare, che la differenzia da tutte le altre: è stata infatti sia
la culla del grande impero romano, ...
... sia la culla della
Chiesa cattolica. Queste due entità, apparentemente molto diverse,
hanno in realtà una caratteristica fondamentale in comune: sono ambedue
basate su un principio di autorità assoluta, che viene dall'alto, e
funzionano secondo una rigida struttura gerarchica, nella quale i
vertici prendono tutte le decisioni, e agli altri non resta che
obbedire.
L'imperatore dalla tribuna volgeva il pollice verso il
basso, e il povero gladiatore veniva passato a fil di spada. Il prete
invocava il nome di Dio dall'altare, e il povero selvaggio veniva
mandato al rogo senza pietà.
Non a caso queste due istituzioni -
Impero e Chiesa - sono riuscite a forgiare un'alleanza storica, dal
terzo secolo in poi, che ha portato la spada e la croce a diventare due
volti della stessa medaglia.
L'una mandava i crociati a
conquistare le terre d'oriente, l'altra li assolveva in anticipo per
tutti i massacri che avrebbero commesso.
In realtà, il concetto
di autorità dall'alto è talmente simile, fra le due istituzioni, che ad
un certo punto è nata la famosa questione temporale, ovvero se fosse
l'imperatore a dover incoronare il papa, oppure il papa ad incoronare
l'imperatore.
Nel frattempo il popolo subiva, anno dopo anno,
decennio dopo decennio, secolo dopo secolo, fino ad abituarsi in modo
irreversibile a subire senza più protestare. A tutto questo,
naturalmente, dava una buona mano il cattolicesimo, che ti insegna ad
accettare umilmente le pene terrene, promettendoti in cambio una
ricompensa divina. Fiat voluntas Dei.
Il risultato è la
tipica reazione dell'italiano di oggi, che di fronte ai problemi che lo
affliggono scrolla le spalle e dice rassegnato: "Tanto, che cosa ci vuoi
fare?"
Solo a quel punto subentra il meccanismo del divide ed impera.
Per
bilanciare infatti lo schiacciamento collettivo, bisogna permettere
all'individuo di rivalersi in qualche modo a livello personale.
Altrimenti la rivolta esploderebbe, compatta e poderosa, e sarebbe
inarrestabile.
Permettendo invece al singolo di trarre piccoli
vantaggi quotidiani, a spese di tutti gli altri, si riesce ad
incanalare la sua frustrazione non più contro le istituzioni, ma contro i
propri simili.
Nasce così la tolleranza istituzionalizzata, che
ti permette di non pagare l'Iva evitando di fare lo scontrino, che
schiaccia un occhio quando dichiari 30.000 euro all'anno e giri con la
Ferrari, che finge di non vedere quando costruisci un bagno abusivo dove
prima c'era un terrazzino.
Mentre tu ti senti "furbo" per aver
"fottuto lo Stato", in realtà hai fottuto i tuoi concittadini, perché i
soldi che hai risparmiato individualmente ti verranno comunque tolti a
livello collettivo: tu risparmi 100 euro di Iva non versata, ma poi
ciascuno di noi paga 100 euro in più, sotto forma di tassazione, quando
va a fare benzina, compera le sigarette, oppure paga la bolletta del
gas.
E' nella sottile distinzione che esiste fra "stato" inteso
come istituzioni, e "collettività" inteso come insieme della
popolazione, che si crea lo spazio per alimentare il divide et impera
fra i singoli cittadini. Ed è nell'illusione che il vantaggio personale
non finisca comunque per ritorcersi contro di te a livello collettivo,
che si riesce ad alimentare quel meccanismo in ciascuno di loro.
Ma
prima di mettere in funzione la guerra fratricida è necessario aver
convinto la popolazione, ai livelli più profondi del nostro inconscio,
che "tanto non c'è niente da fare". Altrimenti, quando si presenta un
problema quelli si uniscono, ed invece di scannarsi fra di loro vengono
dritti contro di te, perchè sanno che invece "qualcosa si può fare".
E a quel punto della tua autorità a divinis
te ne fai ben poco: il re è nudo, e non serve nemmeno più che tu ti
metta a scappare. Tanto i forconi, che siano terreni o divini, ti
attendono in ogni caso.
di Massimo Mazzucco
Fonte:Luogocomune.net
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