L’ultima trovata della casta: d’ora in avanti aumenteranno i deputati che potranno assentarsi dalle sedute di voto senza andare incontro ad alcun tipo di taglio alla diaria (3.500 euro al mese). Il provvedimento, approvato a metà marzo nel silenzio generale, è stato reso pubblico solo la scorsa settimana. E pensare che ad oggi il taglio in caso di assenza si aggirava intorno a sole 200 euro. Briciole a cui i parlamentari non vogliono rinunciare. E intanto il motivo del provvedimento rimane oscuro …
di Carmine GazzanniStando a quanto dicono alcuni tra i grandi media italiani, con l’insediamento del governo Monti l’aria è cambiata profondamente. D’altronde – molti lo ricorderanno – il premier, appena salito al Colle da Napolitano, aveva precisato: “la parola d’ordine di quest’esecutivo sarà equità”. E poi i proclami degli stessi partiti: basta sprechi, basta guadagni stellari, basta stipendi incredibili. Insomma, stop alla casta. In questo periodo di sacrifici chiesti alla cittadinanza – dicevano in tanti - è necessario che anche la classe politica stringa la cinghia. Che esempio daremmo altrimenti?
Peccato, però, che nei fatti sia successo esattamente il contrario. Nel silenzio generale a metà marzo è stato approvato alla Camera un provvedimento, reso pubblico soltanto la scorsa settimana con la pubblicazione del bollettino sommario degli organi collegiali che riporta tutte le riunioni del collegio dei questori e dell’ufficio di presidenza della Camera dei deputati. In pratica, il provvedimento prevede un ammorbidimento che portano a tagli sulla diaria dei parlamentari.
Come sappiamo bene, infatti, i nostri parlamentari sono i più pagati d’Europa. Oltre ad un sostanzioso stipendio (e ad altri privilegi), godono anche di una diaria da 3.500 euro al mese con la quale fanno fronte alle “spese di mantenimento” di segreteria e di rappresentanza (art. 2 legge n. 1261 del 1965). Questa diaria può andare incontro ad alcuni (irrisori) tagli: in caso di assenza del parlamentare dalle sedute di voto o dalle riunioni di commissione, infatti, è previsto un taglio di circa 200 euro.
Briciole insomma. Eppure il nuovo regolamento prevede, per così dire, cause di ‘assenze giustificate’ che eviterebbero ai parlamentari il taglio anche di queste 200 euro. Nel bollettino, infatti, si legge che “si può ritenere giustificabili i deputati risultati assenti per ricovero ospedaliero ovvero per malattia certificata da un medico dell’azienda sanitaria locale di appartenenza o da una struttura sanitaria pubblica”. Assenza in questo caso legittima. Così come lo è l’assenza di parlamentari in caso “di lutto di congiunti” e, per un numero massimo di tre giorni al mese, in caso di “familiari permanentemente invalidi”. Fin qui, dunque, niente da ridire.
Ma andando avanti si legge che “tenendo conto di una esigenza rappresentata dai gruppi parlamentari, si propone di incrementare il numero dei deputati giustificabili da parte dei gruppi medesimi, in ragione della loro consistenza numerica”. Cerchiamo di capire. Fino ad ora il regolamento prevedeva che all’interno di ogni gruppo parlamentare ci fosse un ristretto numero di politici a cui era permesso un numero maggiore di assenze. Che dunque venivano giustificate. Stiamo parlando, nella maggior parte dei casi, dei leader impegnati – chiaramente –anche nell’attività interna del partito e nei vari incontri e riunioni giro per l’Italia.
Ora, invece, la platea dei ‘giustificati’ aumenterà (“si propone di incrementare il numero dei deputati giustificabili da parte dei gruppi medesimi”). Il motivo? Rimane oscuro. Si sa solo che il numero dipenderà dalla “consistenza numerica” di ogni gruppo. Con la conseguenza evidente che – senza che ci sia alcuna ragione – Pd e Pdl avranno diritto a maggiori parlamentari che potranno assentarsi. Senza rinunciare ad un solo centesimo della loro diaria.
Si spera che qualcuno (magari proprio il Presidente della Camera che ha permesso questo cambiamento nel regolamento interno) spieghi le ragioni di tali modifiche. Perché a pensar male – ci mancherebbe – si fa peccato. Ma non sono pochi i parlamentari avvocati, professori, imprenditori e via dicendo che potrebbero approfittare del condono per far fronte alle loro esigenze lavorative e ai loro interessi personali. Godendo comunque dei 3.500 euro tondi di diaria a fine mese.
Fonte:Infiltrato.it
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