Non usa mezzi termini Sergio Marchionne
sulla sentenza che obbliga la Fiat all'assunzione di 145 iscritti alla
Fiom nello stabilimento di Pomigliano. "Non voglio dire quello che
penso, ma questa legge non esiste in nessuna parte del mondo, da quanto
ne so. Focalizzare l'attenzione su questioni locali ignorando il resto è
attitudine dannosa. Un evento unico che interessa un particolare Paese
che ha regole particolari che sono folcloristicamente locali", afferma
per ben due volte, rispondendo a una domanda e facendo capire che vuole
parlare di cose più globali.
"Rispetteremo le sentenze"
- Per l'amministratore delegato di Fiat-Chrysler, giunto in Cina per
inaugurare l'impianto di Changsha dal quale è uscita la Viaggio, auto
disegnata per il mercato cinese (anche se, come ha detto lo stesso
Marchionne, l'impianto produrrà anche per esportare in Europa e in
America), le regole italiane sono uniche ma non creano comunque
problemi. Si farà ricorso e "rispetteremo le sentenze", perché "nel
corso della sua storia Fiat non ha mai deviato dall'obbligo nei
confronti del rispetto della legge, e continueremo a farlo". Il dossier è
in mano ai legali. La cosa, comunque secondo l'ad Fiat, non impedirà
agli altri di investire, anche se "le implicazioni per il contesto del
business sono piuttosto drastiche, perché c'é un livello di complessità
nelle relazioni industriali in Italia che è assente in altre
giurisdizioni. Tutto diventa molto italiano e difficile da gestire".
Orlando del Pd: "Non può insultare i tribunali"
- L'a.d. Della Fiat però “non può insultare i tribunali”, risponde il
responsabile giustizia Pd Andrea Orlando replicando così al numero uno
Fiat che ha definito "folklore locale" la decisione dei giudici di della
Capitale di reintegrare i dipendenti allo stabilimento di Pomigliano:
"Parlare di una sentenza di un tribunale della Repubblica che applica le
leggi dello Stato e la Costituzione associandolo ad un fenomeno di
folklore è un insulto al paese che mi auguro si voglia al più presto
correggere. Nemmeno un importante imprenditore può permetterselo.
Ricorrere contro la decisione del giudice è un diritto previsto dal
nostro ordinamento delegittimare chi li formula è un errore", conclude
l’esponente del Pd.
Diliberto: "La sentenza dimostra che sono avvenute discriminazioni" -
"Le norme italiane, anche se qualcuno prova con costanza a
distruggerle, sono il frutto di decenni di lotta delle lavoratrici e dei
lavoratori". Così Oliviero Diliberto, segretario del Pdci, replica in
una nota alle parole del numero uno della Fita Sergio Marchionne. "La
sentenza dei giorni scorsi - prosegue il leader dei Comunisti italiani -
dimostra che a Pomigliano sono avvenute discriminazioni: è un fatto
enorme". "Invece di insultare la legislazione italiana, Marchionne -
conclude la nota di Diliberto - farebbe bene a preoccuparsi per piani
industriali e progetti che fanno acqua da tutte le parti".
Vendola: "Le sentenze si rispettano" -
"Qualcuno spieghi a Marchionne che in Italia le sentenze si rispettano.
E' davvero insopportabile la sua arroganza e il continuo disprezzo per
la democrazia e il rispetto della legalità": così Nichi Vendola,
presidente di Sinistra Ecologia Libertà, scrive su twitter da Bruxelles
commentando la affermazioni di Marchionne sulla sentenza del tribunale -
definita episodio di folclore locale - che ha accolto il ricorso di 145
lavoratori Fiom obbligando la Fiat a riassumerli nello stabilimento di
Pomigliano.
Fonte:Tiscali.it
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