Tienanmen, misure da guerra per l'anniversario
Arresti preventivi e allontanamenti dal Paese per dissidenti e attivisti.
Piazza Tienanmen, 23 anni dopo, continua a essere un simbolo per
tutti i cinesi scontenti del regime della nomenclatura
comunista.
Quel massacro di giovani la cui unica colpa era chiedere più
democrazia è ancora attuale. I dissidenti lo sanno, il governo
pure, e lo teme.
Così decine di attivisti sono stati messi agli arresti
domiciliari, o costretti a lasciare Pechino per il 23esimo
anniversario della strage.
Secondo il South China Morning Post di Hong Kong le stesse
autorità locali hanno definito le misure «da tempo di
guerra».
PIÙ DI 100 VITTIME. Tra le persone la cui
libertà di movimento è stata limitata c'è Ding Zilin,
l'insegnante in pensione che ha fondato il gruppo delle Madri
di Tiananmen.
Le Madri hanno già individuato 120 vittime del massacro. La
versione ufficiale del Partito comunista e del governo cinesi è
che si è trattato di un «moto controrivoluzionario».
L'OMERTÀ DEL GOVERNO. Le autorità si
rifiutano di dire quante siano state le vittime e, di
conseguenza, di identificarle.
Il governo degli Usa ha chiesto a Pechino di rilasciare tutti
coloro che sono ancora detenuti per i fatti del 1989.
Secondo l' organizzazione umanitaria Dui Hua «meno di una
dozzina» di attivisti sono ancora in prigione per aver avuto una
parte attiva nel movimento per la democrazia del 1989.
Fonte:Lettera43.it
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