lunedì 4 giugno 2012

Tienanmen, misure da guerra per l'anniversario

Arresti preventivi e allontanamenti dal Paese per dissidenti e attivisti.

 La foto simbolo del massacro di piazza Tienanmen.

 Piazza Tienanmen, 23 anni dopo, continua a essere un simbolo per tutti i cinesi scontenti del regime della nomenclatura comunista.
Quel massacro di giovani la cui unica colpa era chiedere più democrazia è ancora attuale. I dissidenti lo sanno, il governo pure, e lo teme.
Così decine di attivisti sono stati messi agli arresti domiciliari, o costretti a lasciare Pechino per il 23esimo anniversario della strage.
Secondo il South China Morning Post di Hong Kong le stesse autorità locali hanno definito le misure «da tempo di guerra».
PIÙ DI 100 VITTIME. Tra le persone la cui libertà di movimento è stata limitata c'è Ding Zilin, l'insegnante in pensione che ha fondato il gruppo delle Madri di Tiananmen.
Le Madri hanno già individuato 120 vittime del massacro. La versione ufficiale del Partito comunista e del governo cinesi è che si è trattato di un «moto controrivoluzionario».
L'OMERTÀ DEL GOVERNO. Le autorità si rifiutano di dire quante siano state le vittime e, di conseguenza, di identificarle.
Il governo degli Usa ha chiesto a Pechino di rilasciare tutti coloro che sono ancora detenuti per i fatti del 1989.
Secondo l' organizzazione umanitaria Dui Hua «meno di una dozzina» di attivisti sono ancora in prigione per aver avuto una parte attiva nel movimento per la democrazia del 1989. 

Fonte:Lettera43.it

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