Usare il mais per produrre energia? Ora non più: dopo cinque anni di sperimentazioni che hanno coinvolto 10 Università e circa 100 ricercatori (in gran parte trentenni), l’Italia si trova nell’inusuale ruolo di pioniere tecnologico nel campo delle energie rinnovabili. Si chiama Pro.e.satm, e consente di produrre carburante da biomassa non alimentare.
Biocarburanti di seconda generazione, un’invenzione tutta italiana, frutto di un investimento da ben 120 milioni di euro, a cui se ne sono aggiunti 12 della Regione Piemonte. Un progetto che porterà alla creazione di oltre 150 posti di lavoro, alla produzione di 42mila tonnellate di biocarburante e ad una riduzione delle emissioni di CO2 di circa 70mila tonnellate ogni anno. La bagassa, generata dagli scarti della produzione di canna da zucchero. Ma soprattutto la canna comune (arundo donax), che oltre a crescere spontaneamente sui terreni marginali di tutta la pianura padana, ha percentuali di sequestro di CO2 molto elevate, ha bisogno di poca acqua e pochi fertilizzanti nonostante la resa molto elevata (10 tonnellate per ettaro contro 3 t/ha del mais), e non intacca la produzione di cibo. (fonte: il fatto quotidiano)
Tutto bello fin qui, peccato che siamo in Italia, gia' un vero peccato, perche' le produzioni di biocarburante ecosostenibile e non inquinante come la classica benzina da petrolio, sono state bloccate per il "vaglio degli inquirenti". Bhe personalmente credo che alle aziende dei mercenari petroliferi il fatto di perdere dei guadagni sia un vero problema. La perdita del 30% dei guadagni sarebbe un vero dramma?
Pionieri di un processo che puo' realmente rivoluzionare il mondo, ma come spesso succede tutto diventa impossibile, intanto, gli Stati Uniti si stanno gia' facendo avanti per prendersi i diritti e il finanziamento del progetto e per l'ennesima volta, qualora questo succeda, avremmo perso un'altra occasione per poterci dare lustro nel mondo.
Spero realmente che chi di dovere non metta il blocco a quello che puo' essere la NUOVA GENERAZIONE, un carburante ecosostenibile e non altamente inquinante, con un costo molto inferiore e con le prestazioni simili a quelle di un comune carburante attualmente in commercio.
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