martedì 31 gennaio 2012

«VUOI TROMBARE?» E LE RAGAZZE ACCETTAVANO PER NON PERDERE IL SUSSIDIO DI POVERTA'. COINVOLTO ANCHE IL PARROCO.

Giacomo Salerno: "Ecco cosa ci lascerà in eredità il Porco di Arcore: un porco genera porci..."
In sé potrebbe non sembrare una gran notizia: un sindaco arrestato per corruzione, concussione, peculato e voto di scambio è pura routine italiana. Ma stavolta la storia merita un’attenzione particolare, perché rivela alcuni misteri dolorosi della crisi economica in una delle regioni che ne è più colpita, la Sardegna . Adriano Puddu, arrestato sabato scorso su ordine del gip di Cagliari Giorgio Altieri, è il sindaco di Portoscuso, il comune del Sulcis alla ribalta delle cronache perché alle prese con la chiusura della grande fabbrica di alluminio dell’Alcoa. È accusato di essersi fatto corrompere da Carlo Lolliri, amministratore delegato della Portovesme srl, a sua volta indagato. Puddu avrebbe agevolato la realizzazione di un parco eolico della Portovesme, in cambio di stecche. Primo mistero doloroso: la Portovesme è una controllata della multinazionale svizzera Glencore, e Lolliri è l’uomo che sta trattando con il governo italiano per rilevare, salvandolo, lo stabilimento Alcoa. L’affare si complica, mentre l’Alcoa ha già avviato la procedura di licenziamento collettivo che lascerà senza lavoro almeno 1500 persone tra dipendenti diretti e indotto. Ieri mattina tutti i sindaci del Sulcis, capitanati dal presidente della Provincia di Carbonia-Iglesias, Salvatore Cherchi, sono andati dal Prefetto di Cagliari, Giovanni Balsamo, e gli hanno simbolicamente consegnato le loro fasce tricolori, per protestare contro le lentezze del governo nell’affrontare la crisi del Sulcis. Mancava solo il sindaco più interessato di tutti, Puddu, che la sua fascia tricolore l’aveva già simbolicamente consegnata all’ingresso del carcere cagliaritano di Buoncammino. Poi c'è l'accusa di CONCUSSIONE SESSUALE, che si inquadra perfettamente nell’inferno di una crisi economica che non perdona. Alcune ragazze di Portoscuso sono state costrette dal sessantacinquenne Puddu ad avere rapporti sessuali con lui per non perdere i sussidi di povertà del Comune. Intercettato per l’inchiesta sulla corruzione, il sindaco è stato ascoltato dagli uomini del Corpo Forestale dello Stato. E il capo del nucleo investigativo regionale, Ugo Calledda, ha sentito frasi abbastanza chiare: “Vuoi trombare ? ”, diceva Puddu alla malcapitata di turno, che doveva rispondere “sì, certo” per non perdere qualche sussidio. Convocate dagli inquirenti, alcune ragazze hanno negato o minimizzato, e forse qualcuna tra loro era semplicemente impaurita. Un’altra ha vuotato il sacco: “Ho voluto riferire queste cose solo ora perché sono stufa del comportamento di quest'uomo con noi ragazze di Portoscuso. Lui approfitta delle donne in stato di necessità per portarle a letto, compresa mia sorella”. Che cos’è lo stato di necessità? È avere il telefonino difettoso, in grado di funzionare solo con il vivavoce, e un fidanzato che dunque sente perfettamente le richieste del sindaco e vede la sua ragazza dire di sì. La miseria del Sulcis l’abbiamo fotografata fino a ieri con le statistiche: 130 mila abitanti, 40 mila pensionati, oltre 30 mila disoccupati, 3300 cassintegrati. Da oggi abbiamo un’immagine più nitida e disperata. Gli investigatori della Forestale hanno documentato almeno cinque casi di ragazze tra i 20 e i 33 anni che avrebbero ceduto il proprio corpo in comodato d’uso al sindaco per difendere sussidi di povertà tra i 150 e i 200 euro al mese. Una di loro, secondo quanto pubblicato dall’Unione Sarda , avrebbe dovuto anche concedere una PRESTAZIONE OMAGGIO AL PARROCO ANTONIO CARTA, 51 anni, che non è indagato, verosimilmente in quanto mero utilizzatore finale. Intanto l’assessore ai Servizi sociali del Comune, Serena Galizia, è indagata con l’accusa di aver manipolato le liste dei sussidi in modo da favorire le ragazze segnalate dal sindaco. E dunque il secondo mistero doloroso di questa storia è nascosto nell’esiguità delle cifre. Puddu è accusato di aver preso dalla Portovesme 10 mila euro in biglietti da 500, che il 31 marzo 2011 gli inquirenti gli hanno trovato in casa durante una perquisizione, subito dopo una visita del sindaco nella sede dell’azienda. E dal carcere si difende dalle accuse di concussione sessuale, stando al suo avvocato Giuseppe Andreozzi, sostenendo che le sue erano solo battute scherzose. Se fosse vero sarebbe quasi peggio. Un sindaco così spiritoso che a una ragazza disposta a subire il ricatto sessuale per 150 euro al mese le chiede: “Vuoi trombare?”. Così per farsi quattro risate (Giorgio Meletti - Il Fatto Quotidiano)

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