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domenica 22 gennaio 2012
Serve meno “rating” e più ricerca di un nuovo percorso di crescita
di Giovanni Acquati
Se anche Draghi si mette a dire di non sopravvalutare il valore delle quotazioni delle società di Rating qualcosa significherà: in effetti i mercati, almeno per ora, non ne hanno tenuto conto. C’è da ricordare inoltre che tali società sono partecipate dalle stesse società finanziarie che investono in borsa: il chiaro conflitto di interessi pone seri dubbi sulla loro serietà ed imparzialità.
Comunque siamo sempre in una dinamica tutta finanziaria, come la questione dello spread: ancora una volta ne subiamo la potenza e le imposizioni. Anche questo aspetto dunque fa emergere la mancanza di coraggio nel pensare a qualcosa di nuovo, nella ricerca di altre strade: nessuno purtroppo vuole davvero porsi una domanda chiave e perseguirla: ma quale alternative esistono a questo modello di sviluppo? Un modello che non deve più essere in mano alla finanza (banche, finanziarie e imprese multinazionali) ma avere diretto riferimento a un’economia reale, che si misura sulle vere necessità dei cittadini, proprio coloro a cui ogni processo di sviluppo e crescita deve essere diretto.
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