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martedì 24 gennaio 2012
Liberalizzazioni, 30mila kmq di coste a rischio trivella. Legambiente: non distruggiamo il nostro mare
Tutto comincia nella Puglia minacciata dalle trivelle. Il "no" al petrolio scandito da slogan e berretti gialli, pochi giorni fa a Monopoli, era un messaggio al presidente del Consiglio, Mario Monti: nessuno osi profanare il mare dell'Adriatico e il golfo di Taranto. "E' la Puglia migliore che lo chiede", ha detto il governatore Nichi Vendola, sicuro che molti presidenti di Regione e sindaci si accoderanno alle proteste contro "lo stupro" delle coste del Mediterraneo. L'ennesimo nell'Italia della crisi. Parole che pesano come macigni sulle 117 concessioni di ricerca e sfruttamento di giacimenti petroliferi, di cui 25 a mare, già assegnate negli ultimi due anni. E la deregulation prevista dal Dl liberalizzazioni rischia di allargare il “braccio nero” ben oltre i 30mila chilometri italiani di coste già ipotecate in attesa delle piattaforme petrolifere.
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