lunedì 2 gennaio 2012

Fede e scienza, carità e megalomania la burrascosa vita del prete manager


Amicizie potenti e misericordia, inchieste giudiziarie e scontri con la Chiesa, benefattore della medicina e atteggiamenti da rockstar: ecco chi era don Verzè, il sacerdote che ha inventato l'impero del San Raffaele.
Uomo di fede, ma anche manager e personaggio pubblico intimo dei potenti. Grande amico prima di Bettino Craxi e poi di Silvio Berluscon 1i, ma con una dichiarata ammirazione per il comunista Nichi Vendola. Estimatore di Gheddafi e di Fidel Castro. Grande promotore della ricerca medica e scientifica e allo stesso tempo al centro di numerose inchieste giudiziarIe. Un filantropo impegnato ad aiutare i poveri offrendogli le migliori cure sanitarie possibili, ma pure un eccezionale dilapidatore di ricchezze con atteggiamenti da rockstar 2. E' un incredibile grumo di apparenti contraddizioni la figura di don Luigi Verzè, il fondatore del prestigioso ospedale e dell'Università Vita e Salute scomparso oggi all'età di 91 anni 3.

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Una morte improvvisa che giunge dopo il tragico suicidio del suo braccio destro, Mario Cal 6, che il 20 luglio scorso si sparò in ufficio: era appena scoppiato lo scandalo del maxi debito da 1,5 miliardi di euro accumulato dalla Fondazione.

FOTO: LE AMICIZIE MILANESI 7

Nato a Illasi, in provincia di Verona, don Verzè si era laureato in Lettere classiche e filosofia nel 1947 presso l'Università Cattolica di Milano ed era stato ordinato sacerdote nel 1948. A Milano, negli anni del dopoguerra, era stato molto attivo come organizzatore di scuole di avviamento professionale e nel 1950 aveva fondato il San Raffaele. Un attivismo, il suo, non sempre apprezzato dalle autorità ecclesiastiche, infatti nel 1964 la Curia milanese gli aveva comminato "la proibizione di esercitare il Sacro ministero" e nel 1973, la sospensione a divinis. Entrambe le 'condanne' erano state in seguito revocate.

Al San Raffaele è stato capace di riunire ricercatori di fama mondiale, creando un polo di eccellenza, così come all'Università Vita e Salute dove nel dipartimento di filosofia sono arrivati pensatori come Massimo Cacciari, Emanuele Severino e Roberta de Monticelli. Quella sulla bancarotta non è la prima inchiesta che ha visto don Verzè indagato. In passato aveva subito diversi procedimenti per corruzione, istigazione alla corruzione e ricettazione anche se dopo tutti i gradi di giudizio, grazie alle prescrizioni, non ha mai subito una condanna definitiva.

Ma lo scandalo più grande è quello che lo ha investito in pieno nelle ultime settimane con le indagini della procura di Milano che hanno portato alla luce la creazione di fondi neri attraverso sovrafatturazioni ma anche spese folli, come l'aereo da 20 milioni di euro comprato perché don Verzè non gradiva i check-in cui tutti i passeggeri sono sottoposti prima dell'imbarco. Proprio pochi giorni fa don Verzè aveva infine deciso di autosospendersi dal cda dell'ospedale 8.
In molti lo hanno definito 'prete amico del potere'. Di certo ha sempre reso pubblica la sua ammirazione per personaggi come Fidel Castro e Gheddafi. Ma il vero amico è stato Silvio Berlusconi: "Nel '94 - ha detto una volta don Verze' - al tempo della sua discesa in campo, gli dissi che lui era una benedizione per il Paese, un dono di Dio all'Italia". Berlusconi ha sempre ricambiato l'affetto e in occasione del novantesimo compleanno del sacerdote, dopo averlo lodato per la ricerca avviata al San Raffaele per allungare la vita media delle persone fino a 120 anni, aveva raccontato: "Mi confessa e mi dà l'assoluzione senza neppure sentire i miei peccati perché, conoscendomi, già li conosce. Io a don Luigi auguro l'eternità perché se c'è uno che se la merita è proprio lui".

Fonte:La Repubblica

(31 dicembre 2011)

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