sabato 18 febbraio 2012

Corruzione, il pm Francesco Greco al Fatto “Subito cinque leggi contro le mazzette”

Il procuratore aggiunto della Procura di Milano è l'unico pm 'superstite' del pool storico di Mani Pulite. Dopo vent'anni da Mani Pulite, lancia la sfida ai tecnici e ai politici che li sostengono. "Perché governo e Bce ignorano il sistema di tangenti?" Il pm Francesco Greco “Vent’anni dopo Mani Pulite, abbiamo un governo che dice di dover e voler rispettare gli obblighi con l’Europa e con la comunità internazionale. Bene, allora non si capisce perché non si sia ancora intervenuti per adeguare la nostra legislazione alle richieste degli organismi europei e agli impegni che l’Italia stessa ha preso con la comunità internazionale. Soprattutto non si capisce perché non si voglia intervenire con leggi che contrastino seriamente le due principali cause del declino del Paese e della diseguaglianza sociale: la corruzione e l’evasione fiscale. Cioè la criminalità economica che, se continua a essere tollerata e dunque incoraggiata, costringe i poveri e gli onesti a seguitare a mantenere i ricchi e i disonesti”. Francesco Greco, procuratore aggiunto, è l’unico pm superstite del pool storico di Mani Pulite alla Procura di Milano. E, in questa intervista al Fatto, lancia la sfida ai tecnici e ai politici che li sostengono. Dottor Greco, non le bastano i blitz anti-evasione dell’Agenzia delle Entrate? No: quei blitz, pure sacrosanti, rischiano di essere fumo negli occhi, se non sono accompagnati da una seria riforma delle leggi di contrasto all’evasione fiscale. E anche da una cultura di ampio respiro, che consenta di collegare l’evasione alla corruzione: l’ultimo report dell’Ocse richiama pesantemente le Agenzie delle Entrate degli Stati membri a cercare negli accertamenti non solo l’evasione, ma anche le tangenti. L’Ocse ha addirittura compilato un “Manuale di sensibilizzazione alla corruzione a uso dei verificatori”. Il ministro Paola Severino ha anche istituito una commissione per studiare una legge anticorruzione. Queste commissioni ministeriali sono sempre più divertenti. Mi viene in mente quella istituita nel 1995 dall’allora presidente della Camera Violante: produsse un’ottima relazione del professor Sabino Cassese che, temo, abbiamo letto in due o tre, e giace in qualche cassetto del Parlamento, irrintracciabile. Il fatto è che tutti sanno benissimo quel che bisogna fare contro la corruzione e l’evasione. Basterebbe volerlo… Ecco, che cosa dovrebbe fare il governo per essere credibile su questi fronti? Le convenzioni internazionali, regolarmente sottoscritte dallo Stato italiano, alcune mai ratificate dal Parlamento italiano, da quella di Merida sulla criminalità organizzata del 2003 a quella di Strasburgo del 1999 sulla corruzione, ma anche le raccomandazioni dell’Ocse, impegnano gli Stati a intervenire su cinque punti fondamentali: trasparenza dei flussi contabili, trasparenza dei flussi finanziari, sistema della prescrizione, “enforcement” (efficacia d’intervento degli organi preposti alla repressione), corruzione privata nazionale e internazionale. Fonte Il Fatto Quotidiano

Nessun commento:

Posta un commento