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martedì 14 febbraio 2012
L'ex olimpionico Pietro Mennea: "Ecco perché dobbiamo dire no alle Olimpiadi del 2020"
“Non sarò mai contro le Olimpiadi (ci mancherebbe altro), ciò nonostante ritengo che chiedere di organizzare i Giochi del 2020 potrebbe costare molto caro al nostro Paese”. Pietro Mennea, campione olimpionico nel 1980 e detentore del primato mondiale dei 200 metri piani dal 1979 al 1996, non ha dubbi: “L’Italia, gli italiani non possono permettersi una spesa simile: Mario Monti, questo governo, per tentare di riportare in carreggiata il bilancio dello Stato ha dovuto perfino ritoccare il sistema di calcolo delle pensioni. La gente non capirebbe”.
Entro la mezzanotte del 15 febbraio decade il termine per la consegna al Comitato Olimpico Internazionale (Cio) delle lettere di garanzia con le quali l’Italia si impegna a sostenere i costi dell'organizzazione dei Giochi olimpici. I sostenitori del sì sarebbero disposti a fare le carte false pur di convincere sulla bontà dell’operazione il premier. A Monti, tuttavia, non sembra sfuggire l’impatto che l’investimento avrebbe sulla situazione finanziaria del Paese: è stato stimato che per la realizzazione dell’evento siano necessari 9,8 miliardi, di cui 4,7 finanziati con fondi pubblici. Secondo la relazione di compatibilità redatta da Marco Fortis i Giochi olimpici produrrebbero 170mila posti di lavoro nell'arco di 14 anni e una sviluppo del Pil dell'1,4 per cento.
L'analisi di Fortis non convince l'ex Olimpionico: “ Nessuno dei Paesi che ha avuto l’onere di organizzare le Olimpiadi - ha spiegato Mennea Tiscali - è mai riuscito a far ripartire il suo Pil partendo dai Giochi”. Anzi - secondo quanto si legge nel libro dell’ex atleta “I costi delle Olimpiadi” - i Paesi che hanno organizzato l’evento hanno dovuto far fronte a una recessione e alla conseguente svalutazione della moneta. E’ successo anche alla Cina, al paese più ricco al mondo, al paese che ha in mano tutta l’economia di Africa, Asia, Sud America e in parte quella dell’Europa e degli Stati Uniti: “La crescita economica di quella nazione prima dei Giochi di Pechino viaggiava a due cifre, nel 2009, invece, l’economia cinese ha segnato il passo”.
L’ex centometrista ha soffermato la sua attenzione anche sulla Grecia, “un paese che se non fosse membro del’UE sarebbe occupato dai militari”. “Ad affossare le scarse economie di Atene sono stati proprio i giochi: sono costati il doppio di quanto preventivato”, dice. I partiti, il Pdl e il PD in particolare hanno redatto un documento teso a favore l’evento. “E che cosa avrebbero dovuto dire? Loro vivono di denaro e affari, di interessi privati con i denaro pubblico. Vivono di consenso. E il consenso costa”, insiste Mennea.
Che poi assolve gli atleti e gli ex atleti che sponsorizzano l’Olimpiade nella Capitale: “Non possono fare altrimenti”. Mennea non dimentica le sue esperienze nei Giochi in cui ha partecipato da protagonista, in particolare ricorda quanto gli dicevano i suoi amici russi: “I costi dei Giochi di Mosca li pagheremo quando voi sarete tornati a casa. Quanto siano costati in effetti quei giochi nessuno lo ha mai saputo realmente”. La sostanza del discorso è chiaro: “Mario Monti è una persona seria, firmerà il suo sì alle Olimpiadi, solo se sarà posto sotto ricatto”, conclude l’ex campione. Se le cose stanno così, di questi tempi solo i Paesi Arabi potrebbero concedersi il lusso di organizzare una Olimpiade: "Grondano di danaro", conclude Mennea.
Di Paolo Salvatore Orrù
Fonte Tiscali.it
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