mercoledì 8 febbraio 2012

(YOUNG.IT) ISLAM O TURISMO?... COLPO DI STATO ALLE MALDIVE

Rivoluzione alle Maldive
 Ancora un bellissimo articolo tratto dal mitico portale Young.it.... 
L'articolo è della giornalista Casertana  Valentina Sanseverino. 

Un chiarimento veramente ben fatto sui motivi del colpo di stato alle Maldive.





 

Islam o turismo? Le vere ragioni del colpo di stato alle Maldive

Colpo di stato nel paradiso delle vacanze: gli scontri tra esercito e manifestanti della notte scorsa in Piazza della Repubblica nella capitale Malè hanno portato ad una svolta nella situazione di tensione che si protraeva ormai da 3 settimane nella repubblica di atolli dell’Oceano Indiano, dove attualmente vivono 349.106 abitanti.
Stamane infatti il Presidente Mohamed Nasheed, fondatore del Partito Democratico eletto nel 2008 al termine di una campagna elettorale incentrata sulla diffusione della democrazia e la tutela dei diritti costituzionali in tutto l’atollo, si è dimesso con un discorso al suo popolo al termine del quale ha dichiarato "Mi dimetto perché non sono una persona che vuole governare con il potere. Penso che se il governo fosse rimasto avrebbe dovuto usare la forza e fare del male a molti cittadini. Mi dimetto perché ritengo che se il governo fosse rimasto in carica, avrebbe dovuto affontare influenze straniere. Ho sempre augurato ogni bene ai cittadini di questo Paese, ora e in futuro. Ora che ho preso questa decisione vi auguro prosperità in questa vita e nella prossima"
A scatenare la rivolta nel paradiso naturale l’arresto, qualche settimana fa, del capo della Corte Penale, il giudice Abdulla Mohammed, accusato di essere al soldo dell’ex Presidente Maumoon Abdul Gayoo, al potere per 30 anni. Gayoo, contro cui Nasheed si è scontrato più volte finendo per  questo anche agli arresti prima di sconfiggerlo definitivamente alle prime elezioni presidenziali libere nella storia delle Maldive, è oggi a capo del partito progressista di opposizione e ha dalla sua la maggioranza delle forze dell’ordine e dell’esercito. Sarebbero stati proprio loro, secondo dichiarazioni ufficiali rilasciate alla stampa dal portavoce Abdul Raheem Abdul Latif, a consigliare a Nasheed di dimettersi “Non è un colpo di stato, nel modo più assoluto” ha sottolineato il portavoce dei militari che nel corso delle rivolte di ieri notte nella capitale si sono divisi in due: una parte contro i manifestanti, tra cui ci sarebbero stati numerosi arresti e feriti, e una dalla loro parte. E dopo gli sconti della scorsa notte, stamani un gruppo di agenti di polizia «ribelli» aveva preso il controllo della televisione di Stato e iniziato a trasmettere appelli ai cittadini affinché scendessero nelle strade per partecipare alla rivolta contro il presidente, sostituito ora dal suo vice Waheed Hassan, che oggi ha giurato davanti al presidente della Corte Suprema divenendo il 5° Presidente delle Maldive, in attesa che vengano indette nuove elezioni.

L’ormai ex Presidente Nasheed, che in un paese dove fino al 2005 non esistevano partiti politici è anche capo delle forze armate e massima autorità religiosa, si troverebbe attualmente nella sua residenza, “non agli arresti domiciliari” come ha sottolineato il colonnello Abdul Raheem Abdul Latheef, portavoce dell’esercito, e sarebbe in grado di comunicare con l’esterno; di diverso avviso il fratello dell’ormai ex Presidente che ha dichiarato alla stampa "E' confinato contro sua volontà”. Una posizione anomala quella dell’uomo che nel 2009 organizzò un Consiglio dei Ministri sotto il mare per porre l’attenzione dei leader di tutto il mondo sulle conseguenze dei cambiamenti climatici, che per anni si è costruito la fama di attivista pro-democrazia e che è stato prigioniero politico per essersi opposto al regime di Gayoom, proprio il leader dell’opposizione del partito filo-islamico "Dhivehi Qaumee” che oggi lo accusa di corruzione, nepotismo, abuso di potere e ripetute violazioni della Costituzione. Ma la crisi che ha travolto, seppure in maniera leggera e poco violenta, le Maldive deve essere ricercata nell’atavico scontro tra islamici e cristiani: il paese è diviso tra la tendenza a soddisfare tutte le richieste di un turismo occidentale di matrice prevalentemente cristiana e le frange islamiche della popolazione autoctona, che proibisce Chiese, culto cristiano e Bibbie. La Costituzione del 1997, infatti, ha istituito l’Islam come religione di stato: ciò comporta che ai non-musulmani è vietato il culto pubblico e che chiunque si converta ad un’altra fede possa perdere la cittadinanza. Nel 1998 tutti gli stranieri cristiani furono espulsi e i 50 cittadini cristiani delle Maldive furono incarcerati e islamizzati, mentre qualche anno dopo Shijo Kokkattu, professore cristiano di origine indiana, è stato espulso dal paese dopo che la polizia ha trovato una Bibbia e un Rosario in casa sua. Insomma un presidente democratico e una legge islamica rappresentano un paradosso con cui nessun paese potrebbe convivere: da qui lo scontro che rischia di far precipitare la situazione dei diritti umani nell’atollo.
 Uno scontro di cui però i centinaia di turisti che affollano l’atollo non si sono resi conto: I turisti italiani non si sono accorti di nulla” si è infatti affrettata a dichiarare Giorgia Marazzi, console onorario dell'Italia alle Maldive. La Farnesina fa sapere che nei villaggi turistici non sono arrivati nemmeno gli echi di una rivolta che è ristretta alla sola capitale Malè, in cui il governo italiano invita a non recarsi. “Viaggiare Sicuri” ricorda che "vi potrebbero essere difficoltà con i voli da e per l'aeroporto di Malè, che potrebbero subire ritardi o cancellazioni. Si consiglia ai connazionali di registrare i dati relativi al viaggio sul sito 'Dove siamo nel mondo' " Da ultimo "si fa presente che in caso di gravi incidenti o dell'insorgere di gravi patologie di tipo sanitario si dovra', molto probabilmente, essere trasportati via aerea a Colombo (Sri Lanka) in strutture specializzate oppure - con tempi di percorrenza piu' lunghi - a Chennay in India. A tale riguardo si consiglia di sottoscrivere una assicurazione che copra anche le spese sanitarie e l'eventuale trasferimento aereo del malato in altro Paese”.

FONTE: YOUNG.IT
Di Valentina Sanseverino

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