La stima-choc dell'Unicef. Anche oggi decine di morti, è stallo Onu
Nel mattatoio siriano in cui i morti si contano a decine ogni giorno con una recrudescenza particolare proprio questa settimana, è stato aggiornato anche il bilancio dei bambini vittime della repressione: quasi 400 uccisi dall’inizio della rivolta dieci mesi fa.
Il dato è stato diffuso nell’ennesimo venerdì di protesta e alla vigilia di una riunione del Consiglio di sicurezza dell’Onu che potrebbe chiedere le dimissioni del presidente siriano Bashar Al Assad: una svolta che però sarà bloccata da un veto russo. Sono almeno 384 i bambini uccisi, ha stimato l’Unicef, il Fondo delle Nazioni Unite per l’infanzia che parla anche di altri 380 ragazzini arrestati, in gran parte sotto i 14 anni. Il dato è riferito al 7 gennaio ed è quindi sicuramente incompleto visti gli almeno sei piccoli uccisi solo ieri e due oggi.
Da Ginevra il vice direttore esecutivo dell’Unicef, Rima Salah, ha sottolineato l’obbligo delle autorità di Damasco a proteggere i bambini. In Siria però le violenze sono «molto aumentate» da martedì, soprattutto a Homs e Hama, ha constatato il capo missione di osservatori della Lega araba, il sudanese Mohamed el Dabi. E l’Osservatorio siriano dei diritti umani (Osdh) ha quantificato in 176 morti il bilancio degli ultimi quattro giorni, con ben 62 vittime ieri e 56 oggi. Come ogni venerdì, da marzo, l’opposizione ha spinto i siriani a protestare in massa contro il regime all’uscita dalla moschee e manifestazioni si sono svolte anche in tre quartieri di Damasco, la capitale dove il regime sembra perdere presa.
La repressione ha colpito con durezza: in diversi punti, e per la prima volta anche ad Aleppo, la seconda maggiore città siriana, sono stati uccisi 44 civili, circa la metà in provincia di Daraa.
L’esercito siriano ha lanciato oggi un’altra offensiva contro la città ribelle di Homs, epicentro della contestazione al regime di Bashar al Assad. I rivoltosi, dal canto loro, hanno ucciso 12 uomini delle forze di sicurezza, sei con un’autobomba lanciata contro un posto di blocco a Idlib e altrettanti in un attacco ad un autobus vicino a Daraa. L’opposizione si è fatta viva anche al Cairo, dove almeno 200 persone hanno fatto irruzione all’ambasciata siriana riuscendo a causare danni e ad oltraggiare immagini di Assad prima di essere cacciati dalle forze di sicurezza egiziane. A New York intanto il Consiglio di sicurezza dell’Onu tiene stasera un incontro a porte chiuse per esaminare una bozza di risoluzione arabo-occidentale in cui si chiede che Assad lasci il potere al suo vice per formare una governo transitorio di unità nazionale. Non si fa cenno a sanzioni ma la Russia - come aveva già fatto in ottobre assieme alla Cina - è pronta a porre il veto: «Non possiamo sostenere alcuna risoluzione che chieda l’uscita di scena di Assad», ha ammonito il viceministro degli Esteri di Mosca, Ghennadi Gatilov.
Fonte: La Stampa
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