«Le tasse sono bellissime». Lo disse Padoa Schioppa. Io però
aggiungerei: «Dipende dall’uso che se ne fa!». Le tasse per comprare
cacciabombardieri, per finanziare finte missioni di pace in Iraq e in Afghanistan,
per i rimborsi elettorali di un miliardo di euro ai partiti, per le
centinaia di milioni di contributi ai giornali? Per i vitalizi dei
parlamentari ottenuti dopo una legislatura, per tenere in piedi le
Province, per i costi da monarchia rinascimentale del Quirinale, per le
Grandi Opere Inutili come la Tav, la Gronda o Expo 2015? Per i maxi
emolumenti dei parlamentari, dei consiglieri regionali e provinciali,
per le doppie e triple pensioni, per centinaia di migliaia di auto blu?
Potrei continuare per ore.
Fino ad oggi c’è stato un patto tacito con lo Stato. Io pago e tu in
cambio mi eroghi dei servizi. Il contribuente non si è preoccupato di
dove finissero i suoi
soldi per due motivi, il primo è che il livello di tassazione era
gestibile mentre adesso si lavora solo per lo Stato fino ad agosto
inoltrato, il secondo è che i servizi erano accettabili o a costi
contenuti. Ora questo non è più vero. I servizi fanno schifo e li
paghiamo doppi con le scuole private, gli ospedali privati, la sicurezza
a spese nostre con porte blindate, sistemi di allarme e grate alle
finestre. Una delle prime voci di spesa sono gli interessi sul debito pubblico,
pari a circa 100 miliardi all’anno. Li paghiamo con le nostre tasse. Ma
perché siamo indebitati per duemila miliardi, per fare che cosa?
Qualcuno ci ha il chiesto il permesso per ridurci in miseria? Mentre
Rigor Montis fa il curatore fallimentare, chi ha causato la bancarotta
del Paese è ancora a piede libero, a pontificare cazzate.
E’ corretto pagare le tasse. E’ corretto che tutti le paghino in
proporzione al reddito. Non è corretto lavorare come gli schiavi ai
tempi dei faraoni per vedere dilapidato il frutto del nostro lavoro
da presuntuosi e incompetenti nel migliore dei casi, corrotti e ladri
nel peggiore, che si spacciano per statisti e ci propongono le loro
ricette per la crisi
in prima serata televisiva. Il Patto con lo Stato va ridiscusso presto e
con altri interlocutori. Se, per ipotesi, si raddoppiasse il gettito
fiscale, io sono più che certo che, senza cambiare le regole e dare ai
cittadini la possibilità di entrare nel merito dei meccanismi della
spesa pubblica per decidere su base referendaria on line, ad esempio
l’intervento in Afghanistan
o l’abolizione delle Province, la situazione si aggraverebbe. La Grecia
ci sembrerebbe un Paradiso. I conti dello Stato peggiorerebbero. E’
come buttare i soldi in un pozzo senza fondo. E’ necessario introdurre
la destinazione d’uso per le nostre tasse. Io pago se so dove vanno a
finire i miei soldi. Il tempo della fiducia sulla parola a questa gente è
alle nostre spalle. Loro non si arrenderanno mai. Noi neppure. Ci
vediamo in Parlamento.
(Beppe Grillo, “Il pozzo senza fondo delle tasse”, dal blog di Grillo dell’11 aprile 2012)
Fonte:Libre/associazione di idee
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