Secondo un'indagine condotta dalla Cgia di Mestre un'impresa su due,ovvero il 46%,chiude entro i primi 5 anni di vita e per la maggior parte sono guidate da neoimprenditori.
Gli ostacoli principali sono le tasse,la burocrazia , la mancanza di liquidità e i ritardi nei pagamenti che spingono,soprattutto i più giovani che hanno tentato la strada dell'autoimpresa,a gettare la spugna .
Cosa dire dei 23 suicidi tra piccoli imprenditori avvenuti dall'inizio dell'anno? Persone disperate alle quali non resta che questo gesto estremo per ribellarsi ad uno stato insensibile che non vuole comprendere la gravità della situazione!
La Cgia sottolinea l'importanza delle piccole micro imprese in chiave occupazionale,evidenziando come,secondo i dati Istat,il 60% dei giovani italiani neoassunti nel 2011 è stato assorbito
dalle micro imprese con meno di 15 addetti, quindi il governo dovrebbe intervenire abbassando il carico fiscale
sulle imprese e in generale sul mondo del lavoro, al fine di far ripartire l'economia di questo Paese.
Ad ulteriore dimostrazione di quanto il tentativo di far passare l'art.18 come causa di tutti i mali dell'imprenditoria italiana e della mancanza di investimenti in Italia ,sia una "balla" inventata da questo governo,il quale pur avendo ereditato una situazione incancrenita ha scelto la via peggiore,ovvero quella di svendere i lavoratori al migliore offerente!!!
Avevamo realmente bisogno di questi illustri professori per risollevare le sorti del nostro paese?
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