domenica 29 aprile 2012

L’antipolitica è al governo: i partiti ricattano gli italiani


Nella manifestazione che ha visto migliaia di lavoratori bresciani farsi alcuni chilometri di corteo per poi giungere a presidiare l’autostrada, era comune il sentimento di rabbia e indignazione contro i principali partiti. Ma come, gridavano i lavoratori, questi ci hanno portato via le pensioni, il contratto nazionale, ora vogliono cancellare l’articolo 18, ci riempiono di tasse, tagliano i servizi e poi ci chiedono i soldi per sostenerli? Trovo ridicole le affermazioni del segretario del Partito democratico, che con il suo solito tono televisivo dice “attenzione o cadiamo tutti”. Forse non ha capito che in mezzo alla gente che soffre e che lotta questa non è una minaccia ma una speranza, un augurio.
E’ inutile continuare a blaterare della funzione dei partiti, quando i principali partiti italiani, guidati dalla sigla Abc (Alfano, Bersani, Casini) – che ha Giorgio Cremaschisoppiantato il Caf (Craxi, Andreotti, Forlani), che portò alla rovina la prima repubblica –, continuano semplicemente a subire i dettati delle banche e della finanza internazionale, mentre litigano tra di loro su come spartirsi il sottopotere rimasto. E’ fastidioso che si continui a spiegare che il finanziamento pubblico ai partiti garantisce dal potere delle lobby, quando in pieno finanziamento pubblico il capo del governo è stato l’uomo più ricco d’Italia. E’ insopportabile che si lamenti la crisi della democrazia quando il Parlamento di nominati dai segretari dei partiti sta cambiando tranquillamente la nostra Costituzione, imponendo alle generazioni future un obbligo di bilancio in pareggio che, non a caso, i padri costituenti del ’48 avevano ignorato.
La crisi dei partiti è sicuramente in campo e non saranno i soldi pubblici a salvarla. La verità è che partiti deboli e privi di reale identità, sono stati costretti a rinunciare al loro ruolo fondamentale, quello dell’organizzazione delle volontà dei cittadini, perché sulle questioni di fondo decidono il mercato, le banche, i poteri forti. Nella manifestazione di Brescia, come in altre manifestazioni oggi in corso in Italia, si faceva notare che negli stabilimenti Fiat in questi giorni si sta votando per eleggere le rappresentanze da cui sono preventivamente esclusi tutti i sindacati che non sono d’accordo con Marchionne. Come fare elezioni politiche generali a cui Alfano, Bersani e Casinipossano partecipare solo coloro che stanno con Monti. Eppure, dal Partito democratico non è venuta una parola su questa farsa, mentre si chiedono i soldi ai cittadini per rafforzare la democrazia.
La situazione economica del paese precipita e gli allarmi sono sull’antipolitica. Diciamoci la verità: l’antipolitica è frutto dell’ABC e di questi due schieramenti di governo, centrodestra e centrosinistra, che per vent’anni sono stati in rissa perenne tra di loro, essendo poi d’accordo su tutte le questioni economiche e sociali fondamentali. L’antipolitica è proprio costituita da coloro che oggi ci governano, la politica potrà essere ricostruita solo senza e contro di essi. Ricostruiamo la politica, mandiamoli a casa.
(Giorgio Cremaschi, “L’Abc dell’antipolitica”, da “Micromega” del 17 aprile 2012).
Fonte:Libre/associazione di idee

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