giovedì 5 aprile 2012

Caso Belsito: auto, multe e ristrutturazioni. La segretaria di Bossi parla per nove ore

pubblicata da Informazione - Illuminiamo le Coscienze 





La responsabile amministrativa della Lega Nord Nadia Degrada è stata perquisita e interrogata Woodcock a Milano. Nelle intercettazioni telefoniche non era tenera con i familiari del Senatur e anche nell’interrogatorio ha tenuto il punto: il tesoriere apriva i cordoni della borsa del partito per ingraziarsi il suo leader

Illustrazione di Emanuele Fucecchi
I viaggi e l’auto lussuosa guidata dal Trota, le spese per il suo tormentato diploma di maturità, le cure costose dell’anziano leader, la ristrutturazione della sua casa di Gemonio, la scuola della moglie di Bossi, e persino i conti della pasionaria verde Rosi Mauro, leader di un piccolo sindacato capace di grandi spese. Persino le multe dell’irrequieto Riccardo Bossi, stando a quanto si dicono al telefono il tesoriere della Lega e altri collaboratori dello staff, finivano in conto a “Roma ladrona”Francesco Belsito non badava a spese pur di far felice il segretario.

Il caro leader

Grazie a Umberto Bossi la sua vita era cambiata. L’ex autista del deputato forzista Alfredo Biondiaveva in mano le chiavi della cassaforte della Lega Nord e sapeva come ricompensare il caro leader e la sua famiglia. Il rapporto tra il tesoriere – con amicizie spericolate tra i calabresi – e il capo della Lega Nord filava liscio anche grazie all’elasticità di Belsito nell’interpretare la linea che divide il partito dalla famiglia del leader. Così, nonostante la gestione spericolata degli investimenti in Tanzania e a Cipro, Belsito è rimasto al suo posto fino a ieri.

In realtà però il leader lo aveva ormai mollato e questa è stata la ragione dei guai peggiori per entrambi. Dopo i primi articoli di stampa negativi sul suo conto, l’aria per Belsito a via Bellerio era cambiata. Quando il tesoriere ha capito che il suo leader non lo avrebbe difeso e che presto qualcuno avrebbe messo le mani sui conti della Lega, ha cominciato a lamentarsi al telefono. Da quel momento l’inchiesta di Napoli condotta dai pm Henry John Woodcock e Vincenzo Piscitelli, che tenevano sotto controllo i suoi telefoni, è decollata. Gli uomini del Nucleo operativo ecologico (Noe) dei Carabinieri dell’ambiente, coordinati dal colonnello Sergio De Caprio, hanno trascritto decine di pagine di conversazioni telefoniche del tesoriere della Lega Nord e delle sue segretarie. “Come possono mollarlo…” Tutte solidali con lui, commentavano con rabbia e delusione l’atteggiamento mutato di Bossi e compagni. “Ma come possono mollare così Francesco Belsito”, dicevano ignari delle intercettazioni, “dopo tutto quello che il tesoriere ha fatto per Umberto Bossi e per la sua famiglia?”.

Anche Belsito, quando ha sentito la fine avvicinarsi, ha cominciato a elencare al telefono tutto quello che aveva dato alla famiglia Bossi e ha persino chiesto alla sua fidata segretaria di conservare le carte, chissà per farne quale uso. Certo l’elenco delle spese e dei regali, tutto da riscontrare, è impressionante.

Assegni e contanti

Si parte con i recenti lavori di ristrutturazione della casa di Gemonio dove Umberto Bossi vive con la moglie Manuela Marrone; poi ci sono le spese mediche per le visite specialistiche dell’anziano e malconcio leader della Lega. E ancora soldi, in assegno o contanti, sia per i familiari di Umberto Bossi che per la senatrice Rosi Mauro, segretaria del sindacato padano Sin. Pa. la cui sede ieri è stata perquisita. Stando a quanto si sente dire nelle intercettazioni confluite nelle informative dei Carabinieri, sarebbe stato pagato con i soldi della Lega (e quindi anche dei contribuenti) persino il tortuoso percorso che ha permesso a Renzo Bossi di agguantare il diploma di maturità scientifica, dopo tre bocciature, con la votazione di 69 su 100. Il “Trota”, come è stato soprannominato dal padre, non avrebbe nuotato con le sue pinne nemmeno nella campagna elettorale che lo ha portato al consiglio regionale lombardo. Sempre stando alle indiscrezioni confluite negli atti dell’indagine, ancora non riscontrate, l’altro figlio del leader lumbard, Riccardo Bossi, si sarebbe fatto saldare dalla Lega una cartella esattoriale per una multa non pagata.

Lady Manuela

Anche la moglie di Umberto Bossi, Manuela Marrone, è citata negli atti dell’inchiesta. La scuola Bosina, fondata nel 1998 da lady Bossi, maestra elementare e baby-pensionata all’età di 39 anni nel 1992, sarebbe stata finanziata con i fondi della Lega Nord. E se in questo caso forse un appiglio formale ci potrebbe essere per sostenere la regolarità del finanziamento, in altri casi i soldi escono dalle casse della Lega senza giustificazione alcuna magari per pagare viaggi senza collegamento con l’attività politica. I pm milanesi Alfredo Robledo, Paolo Filippini e Roberto Pellicano scrivono nel loro decreto di sequestro che “Belsito ha usato la tesoreria della Lega Nord per impieghi non contabilizzati o contabilizzati in modo non veritiero e tra questi impieghi nelle conversazioni telefoniche indicate nella nota del Noe dei Carabinieri”, proseguono i pm, “ci sono i ‘costi della famiglia’, intendendosi per tali gli esborsi effettuati per esigenze personali di familiari del leader della Lega Nord. Si tratta di esborsi in contante o con assegni circolari o attraverso contratti simulati”.

Tutta colpa di uno solo?

I pm milanesi e napoletani non hanno avuto il tempo di riscontrare la verità delle affermazioni contenute nelle conversazioni intercettate di Belsito e dei suoi interlocutori. Nessuno dei familiari di Bossi, né tanto meno il segretario della Lega, è iscritto nel registro degli indagati. È evidente però che l’inchiesta punta ad accertare se Belsito sia l’unico colpevole per tutti questi soldi usciti dai bilanci della Lega senza lasciare traccia né giustificazione alcuna. Un personaggio chiave dell’indagine è la segretaria amministrativa della Lega Nord, Nadia Dagrada. Ieri è stata perquisita e interrogata dal pm Henry John Woodcock a Milano. La durata dell’interrogatorio, ben nove ore, lascia intendere che la donna dei conti della Lega abbia deciso di dire tutto quello che sa. Nelle intercettazioni telefoniche non era tenera con i familiari di Bossi e anche nell’interrogatorio ha tenuto il punto: Belsito apriva i cordoni della borsa del partito per ingraziarsi il suo leader. Ma, secondo quello che avrebbe detto la segretaria amministrativa della Lega, mentre Umberto Bossi è sempre stato disinteressato al denaro e ai favori, i figli se ne sarebbero un po’ approfittati.

da Il Fatto Quotidiano del 4 aprile 2012
http://www.ilfattoquotidiano.it/2012/04/04/il-diploma-del-trota-la-supercar-e-lavori-per-la-villa/202171/

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