venerdì 4 maggio 2012

130.000 posti di lavoro in meno nel 2012

Alla fine dell'anno saranno 130mila i posti di lavoro persi per la crisi economica. Questa è la previsione di Unioncamere stando alle prime anticipazioni del 'Sistema informativo Excelsior' realizzato con il ministero del Lavoro. L'occupazione dipendente diminuirà dell'1,1%, causando quindi la perdita di altri 130mila posti di lavoro, soprattutto per la riduzione delle assunzioni che le imprese dell'industria e dei servizi prevedono di fare nell'arco dell'anno. Di poco superiori alle 633mila unità - aggiunge Unioncamere - le assunzioni saranno oltre 200mila in meno di quelle preventivate nel 2011.
Le più colpite saranno le imprese con meno di 10 dipendenti ed il maggiore calo percentuale si avrà nel settore delle costruzioni  mentre continuerà la riduzione di posti di lavoro,già avviata da qualche anno a questa parte, nell'ambito tessile,abbigliamento e calzature(quest'ultimo sarà il più colpito),andrà male anche il comparto turistico e della ristorazione.
Ovviamente gli effetti più devastanti,sotto il profilo dell'occupazione dipendente, si avranno nel Mezzogiorno (sud ed isole 42.000 posti di lavoro in meno)mentre nel Nord Ovest si avrà il calo più considerevole delle entrate.
Il Pil è previsto in forte calo a -1,5% a causa della recessione ed il Sud,specialmente Abruzzo,Molise e Basilicata (regioni per le quali si prevede -2%) conoscerà una crisi ancora più grave.Infatti la recessione avrà due velocità,quella del centro Nord e quella del Meridione,come anche la ripresa che dovrebbe iniziare a concretizzarsi nel 2013 per la quale si prevede una accelerazione maggiore nel Nord Est (+1,3%) più modesta invece al Sud (+0,2%).
La spesa per i consumi,a causa delle politiche restrittive imposte dal governo volte al risanamento(?) e della difficoltà del mercato del lavoro,si ridurrà notevolmente (2,1%),così come gli investimenti si ridurranno del 3,8% a causa del difficile accesso al credito e della debolezza della domanda.
Appare evidente perciò la necessità di favorire gli investimenti per rilanciare l'economia e sostenere l'occupazione,infatti dopo 4 anni di crisi il tessuto produttivo del paese è allo stremo delle forze e tanti sono i piccoli e piccolissimi imprenditori che rischiano di fallire perchè non riscuotono i crediti o perchè le banche glieli riducono.

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