ACTA ovvero Anti-Couterfeiting Trade Agreement, un accordo commerciale internazionale che mira a creare un quadro di riferimento e uno standard per le misure di protezione della libertà intellettuale, con particolari riguardi alla contraffazione di merci e alla pirateria on line, è stato appoggiato oggi dall’Unione Europea. Già sottoscritto da 40 paesi e fortamente voluto dagli Stati Uniti, che annoverano tra le loro fila multinazionali del calibro della Walt Disney, Sony ed Intel, sarà ratificato dalla Commissione Europea entro Giugno. In base a questa normativa, per quanto riguarda internet, ilprovider interpellato dal detentore del diritto d’autore dovrà in sostanza fornire l’identità dei soggetti che scaricano o condividono contenuti protetti dal copyrightper poi agire contro di loro.
Il benestare dell’Unione Europea ha da subito sollevato una serie di preoccupazioni per le ripercussioni che i principi sostenuti in questo accordo potrebbero avere sulla libertà di espressione dell’individuo, soprattutto perché susseguenti alle recenti proposte di legge statunitensi SOPA e PIPA.
Immediata la ritorsione degli hacker, che hanno reso per alcune ore inaccessibile il sito del Parlamento europeo, ditro cui ci sarebbe ancora una volta “Anonymous”. Il collettivo di hackers che si batte per la libetà della Rete aveva lanciato un appello su Facebook, «ad azioni mirate contro la Commissione europea ed il Consiglio europeo» per aver firmato a Tokyo l’accordo mondiale anti-contraffazione e anti-pirateria ACTA. A braccietto con l’iniziativa di “Anonymous”, la protesta di coloro che del web hanno fatto una seconda casa. Luca Nicotra per esempio, segretario di Agorà digitale, un portale dedicato alla difesa dei diritti all’informazione, ha definito questo accordo «liberticida»; Fulvio Sarzanadal canto suo, avvocato e blogger, ha rincarato la dose, dichiarando che «Acta, consentirà ad esempio di ottenere da un’Università africana che studia il vaccino contro l’Aids, il nominativo dei ricercatori che lavorano alla creazione di un farmaco generico e di poterli quindi sottoporre a procedimento per violazione di brevetto».
Timori esagerati secondo l’UE. La commissione sostiene infatti che l’accordo non creerà nuovi diritti intellettuali, ma servirà solo a rafforzare i diritti già esistenti, «non si arriverà ad un monitoraggio del traffico». E della stessa opinione è Enrico Mazza, Presidente della Federazione industriale musicale italiana, il quale definisce ACTA uno strumento per «armonizzare a livello globale il contrasto alla pirateria commerciale». «Con ACTA – continua Mazza – sarà semplicemente più facile colpire realtà criminali come Megaupload o l’organizzazione camorrista che commercia prodotti contraffatti sul piano transnazionale». «La maggior parte delle previsioni di ACTA – conclude il Presidente – sono peraltro già parte delle legislazioni di tutti i Paesi compresa l’Italia».
Tuttavia, gli stati potranno adottare qualsiasi strumento per impedire l’utilizzo di strumenti atti ad eludere le misure di protezione sulla musica e sui film. Ancora l’avvocato Sarzana ci fornisce un esempio lampante: «su richiesta dei titolari dei diritti, Apple potrebbe essere costretta a disattivare tutti i propri servizi iTunes basati su mp3, perché questi, sono potenzialmente idonei a eludere i sistemi di protezione dei brani.
Consolanti quindi le immediate dimissioni dell’europarlamentare francese Kader Arif, relatore del documento: «l’accordo pone problemi per l’impatto sulle libertà civili, per le responsabilità che si fanno gravare sui provider, per le conseguenze che avrà sulla fabbricazione di medicinali generici». «Mancano il coinvolgimento della società civile e la trasparenza sin dall’inizio dei negoziati» continua Arif, dichiarando apertamente di «non voler partecipare a questa mascherata».
Insomma, si apre una battaglia parapolitica che scandirà le pagine del web mese per mese, se non giorno per giorno, poiché tutte queste misure, compresa la delibera che Agcom sta per approvare sulla tutela del diritto di copyright, mirano a facilitare il blocco di siti o servizi internet che facilitano anche in misura indiretta e involontaria la pirateria. Un blocco che potrebbe essere esplicito, pena l’oscuramento totale, desiderio della SOPA e dell’emendamento Fava, oppure sotto forma di autocensura, con la minaccia di maxi multe, proposito dell’appena nata ACTA e di Agcom. Potrebbe quindi bastare un link verso un file pirata per autorizzare multe milionarie contro Facebook, Youtube e addirittura Google, che collabora da tempo con i detentori di diritto d’autore ripulendo i risultati delle ricerche. Se pure i motori di ricerca, come i siti, fossero costretti ad agire preventivamente sui fruitori della web, le cose prenderebbero realmente tutt’altra piega. Per intenderci: l’avvento di un nuovoGrande Fratello nella Rete.
http://www.you-ng.it/index.php?option=com_k2&view=item&id=321%3Aaccordo-acta-un-rischio-per-la-libera-espressione-sul-web&Itemid=79&fb_source=message
Tratto da: Accordo ACTA: un rischio per la libera espressione sul web | Informare per Resistere http://www.informarexresistere.fr/2012/02/07/accordo-acta-un-rischio-per-la-libera-espressione-sul-web/#ixzz1u1SYKaK3
- Nel tempo dell'inganno universale, dire la verità è un atto rivoluzionario!
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