La vicenda dei Vaticanleaks è legata alla guerra di potere interna alla Chiesa. Il segretario di Stato è da tempo nel mirino dei suoi avversari. La sfiducia a Gotti Tedeschi e la manovre intorno al pontefice sono gli altri tasselli del puzzle.
Quanto sta accedendo negli ultimi giorni in Vaticano – la fuoriuscita di documenti riservati, le indagini sui “corvi” e l’arresto del maggiordomo del papa – rappresenta l’evoluzione naturale della guerra di potere in corso Oltretevere tra i fedelissimi di Tarcisio Bertone e gli avversari del segretario di Stato. Questa la tesi rilanciata da Repubblica, che spiega come “la partita interna al Vaticano, adesso, si concentra tutta intorno allo Ior. Ed è un confronto in cui il segretario di Stato, Tarcisio Bertone, si gioca il proprio futuro. Una battaglia sotterranea, decisiva tanto per i flussi di danaro che accorrono nelle casse dello Stato, quanto per gli equilibri di potere all’interno della Chiesa”.
Sulla centralità dello Ior nella guerra di potere vaticana è molto interessante quanto ha scritto sulla Stampa Andrea Tornielli. “Ieri padre Lombardi ha detto che non c’è collegamento tra la sfiducia al presidente dello Ior Ettore Gotti Tedeschi e il caso Vatileaks. Il banchiere, scelto dal cardinale Bertone nel settembre 2009, editorialista de ‘L’Osservatore Romano’ e amico del suo direttore Gian Maria Vian, è stato destitutio giovedì scorso dal consiglio di sovrintendenza composto da membri laici. Il giorno dopo – scrive Tornielli – si è riunita la commissione cardinalizia chiamata a ratificare la sfiducia, ma dai loro lavori non è ancora uscito alcun comunicato. È stato invece fatta volutamente filtrare la durissima lettera di Carl Anderson – uno dei quattro membri del board – contente le ragioni del licenziamento di Gotti Tedeschi, la cui figura viene distrutta professionalmente”.
“Il banchiere – prosegue l’analista della Stampa – viene anche accusato di non aver fornito‘spiegazioni sulla diffusione dei documenti’ in suo possesso. La modalità del licenziamento è inedita nella tradizione della Santa Sede e potrebbe avere effetti dirompenti, se e quando Gotti Tedeschi uscirà dal silenzio. Il segretario di Stato Tarcisio Bertone sarebbe, a detta dei ‘corvi’, il vero obiettivo dell’operazione , studiata per accelerare il suo pensionamento. Anche se oggettivamente, il fuoco di fila dei Vatileaks appare sproporzionato per sfiduciare un cardinale che a dicembre compirà 78 anni”.
Questo, prosegue Tornielli, “a meno di non ipotizzare, come qualcuno ha fatto, che dietro a subbugli curiali ed extra-curiali vi siano le ambizioni in vista del cambio e, sullo sfondo, anche della successione all’anziano Pontefice. Ratzinger, che ha voluto Bertone al suo fianco, si fida di lui e non sembra intenzionato a cambiarlo, nonostante lo stesso porporato canavese si sia offerto di ritirarsi. La sua gestione della Segreteria di Stato è nel mirino di molte critiche. Come altre volte è accaduto, però, nel momento della bufera, l’istituzione ecclesiastica si chiude a riccio, per difendere i suoi membri con la tonaca”.
Nel frattempo, comincia a entrare nel vivo la battaglia per la successione di Gotti Tedeschi allo Ior. Secondo quanto riporta Repubblica, nelle ultime ore è spuntato il nome dell’ex governatore della Bundesbank Hans Tietmayer. "Ha 81 anni – scrive il quotidiano romano – ma ha compiuto da giovane studi di teologia ed è inoltre tedesco. È il nome che piace di più al papa e al suo segretario, monsignor Georg Gaenwein. Attenzione anche su Hermann Schmitz, che dalla scorsa settimana ha assunto la presidenza ad interim dell’Istituto. C’è poi l’americano Carl Anderson, e tre nomi italiani di tutto rispetto: il notaio torinese Antonio Maria Marocco, il presidente dell’Abi, Giuseppe Mussari, e il manager dell’Apsa, il patrimonio della sede apostolica, Paolo Mennini”.
Complottismi | Scritto da Jacopo Belbo
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