L’organizzazione non governativa Wikileaks ha di recente pubblicato 5 milioni di e-mail provenienti dall’agenzia americana di intelligence Stratfor, in alcune delle quali membri dell’agenzia parlano di un invio della salma di Bin Laden sul territorio americano a seguito della sua uccisione in Pakistan.
In particolare, tra le migliaia di confidenze rese note, sarebbero 2 e-mail tra il vicepresidente Burton e il numero uno dell’agenzia Geogre Friedmann a dimostrare la presenza della salma dello sceicco di A Quaeda negli Stati Uniti.
Immaginatevi una scena dai toni che variano tra il blu e il nero,
due stanze d’ufficio fredde, arredate in metallo e due uomini, che io
immagino in giacca e col nodo della cravatta portato giù all’altezza
dello sterno, che mentre sorseggiano un caffè lungo in una tazza di
cartone comunicano tra di loro attraverso 2 PC in uno split screen.
Burton afferma nella prima mail che il corpo non sarebbe stato buttato
in mare, ma sarebbe stato inviato nel Maryland, nell’Istituto di
Patologia delle Forze Armate. Alle 5.26 Friedmann risponde che per fortuna hanno il corpo, e Burton dopo circa mezz’ora gli rassicura che la salma era diretta a Dover da dove poi sarebbe stata inviata nel Maryland subito dopo.
Ormai albeggia fuori gli uffici e rimane solo un freddo dito di caffè
nella tazza di Burton, che si allontana per gettarlo in un cestino prima
di comunicare a Friedmann con un’ultima e-mail che egli auspica che le foto vengano diffuse, così da dimostrare a tutti la veridicità dell’accaduto e spegnere definitivamente le polemiche.
Lo scambio epistolare virtuale tra i
vertici dell’agenzia d’intelligence mostrerebbe dunque un interessante
risvolto di una delle vicende più strane degli ultimi decenni di
politica internazionale, ma anzitutto dimostrerebbe che Bin Laden quel giorno a Abbottabad, sia stato davvero scovato, e che ciò non sarebbe una manovra propagandistica come molti analisti credevano.
FONTE: YOUNG.IT
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