venerdì 30 marzo 2012

Arginare lo strapotere della finanza: un intervento necessario che nessuno vuole

di Giovanni Acquati
La situazione che stiamo vivendo, crisi delle nostro sistema economico fatto di piccole e medie imprese, disoccupazione crescente, attacco alle coperture sociali ed ai diritti dei lavoratori, ha tra le cause principali lo scellerato gioco della finanza nel mondo globalizzato di oggi, che provoca e sfrutta situazioni di crisi per poter mettere propri uomini nei posti chiave degli Stati.
Questo sistema economico liberista in voga da decine d’anni, che ci sta trascinando in questo disastro, che continua a forgiare economisti inquadrati e convinti che vi sia questa sola possibile via economica allo sviluppo, a questo sostanzialmente mirava: diminuire il potere di verifica e controllo degli Stati Sovrani, per liberalizzare al massimo il mercato per le imprese multinazionali e giungere a eliminare ogni ostacolo alla libera circolazione di merci, persone e denaro.
In realtà ciò che circola liberamente e senza controllo è solo il denaro, mentre merci e persone ancora no! E’ molto facile infatti con un clic spostare ingenti somme di denaro che è vuoto, immateriale, volatile, mentre è molto più complicato per le merci, che sono invece cose concrete che richiedono vero lavoro, e per le persone, con tutte le problematiche che anche in Italia ben conosciamo.
Ecco perché la finanza è diventata il problema cardine del mondo: non ha alcun ostacolo e nessuno è intenzionato a metterne perchè tutti ne sono condizionati: le imprese, che guadagnano più sull’attività finanziaria che sulla produzione di beni e servizi; le università che non vogliono perdere gli enormi investimenti; gli Stati che hanno paura delle ripercussioni speculative che può provocare quando si ha sistema finanziario contro; noi tutti cittadini ammaliati e bombardati dal gioco del guadagno facile. La finanza ha raggiunto così un potere eccessivo, minaccioso e incontrollato!
La politica non esiste più, è incosciente o incapace e senza coraggio e lascia fare ai paladini del liberismo puro come Monti ed il suo governo non eletto da nessuno, esattamente lo stesso schema della Commissione Europea che non è eletta da nessuno, ma composta da oligarchi finanziari ed esponenti di multinazionali, che determinano e dettano le regole di comportamento alla Banca Centrale Europea che a sua volta le detta agli Stati Europei ormai “non più Sovrani”!
Ne consegue che i sacrifici contro la crisi non intaccano minimamente la finanza, proprio perché è essa stessa a determinare le regole di intervento per cui non può che difendere i propri esclusivi interessi. Molti, (vi ricordate?) allo scoppio della crisi auspicavano che questa potesse essere l’occasione per porre un freno al dominio della finanza: che fine hanno fatto questi discorsi? I media hanno presto abbandonato questo argomento perché abbondantemente … “foraggiati”.
Ma dove si possono trovare le risorse per far fronte alla crisi se non dove ci sono? Ovvero dentro il mondo finanziario che sta gestendo una gigantesca somma impronunciabile di denaro che si costruisce sui debiti degli Stati e della gente comune, rovinandoli? L’origine di questa crisi, ricordiamo, sta nella speculazione sui mutui/debiti delle famiglie americane più povere, spinte a comprare casa, quando si sapeva che non erano in grado di rimborsare, e rivenduti nel mercato.
Porre dunque delle tassazioni alle transazioni/speculazioni finanziarie; dividere le categorie di Banche limitando l’operatività di ciascuna in specifici campi; proibire le operazioni fatte senza il possesso materiale dei titoli (sì, è possibile anche questo ovvero giocare davvero come a Monopoli al rialzo o al ribasso senza possedere titoli ma solo facendoseli prestare virtualmente da una banca disponibile via internet anche solo per qualche ora!); delegittimare lo sporco gioco delle imprese di rating, evidenti strumenti al servizio della speculazione finanziaria mondiale; sono alcune minime iniziative da intraprendere da cui: da una parte si ricaverebbero enormi risorse, dall’altra si limiterebbe la speculazione pura.
Ma c’è da rivedere complessivamente anche la politica monetaria Europea! L’euro, così com’è congegnato è un peso troppo grande da sopportare, è stata una scelta scellerata da rivedere. Bisogna ritornare ad avere la possibilità, ad esempio, di poter svalutare la propria moneta per rimanere competitivi, come fa l’Inghilterra che pur essendo nell’Europa, ha mantenuto la sua moneta e per far fronte alla crisi ha lasciato pesantemente svalutare la sterlina negli ultimi anni!
Perché dunque non riprendere anche in Italia ad emettere le nostre vecchie ed amate lire che ci hanno indotti ad abbandonare, ammaliandoci con la prospettiva che dall’unione monetaria si poteva anche raggiungere quella politica, culturale e fiscale? E questo a fianco dell’Euro che rimarrebbe come moneta per gli scambi in Europa. E' andata bene per i primi anni, anch’io ci sono cascato, ma ora che le cose sono più chiare ed il gioco scoperto, bisogna anche prendersi il coraggio e l’umiltà di dire: “abbiamo sbagliato, scusateci, facciamo quest’altro”: sarebbe più etico e serio.
E’ anche questo un modo per limitare lo strapotere della finanza e per riprenderci un po’ di sovranità: la speculazione finanziaria reagirà aspramente! Si tratterà di resistere un po’, ma poi con la nostra forza e capacità che ci ha portato ad essere la 4^ potenza economica del mondo (che hanno pianificato poco a poco di distruggere, riuscendoci), sapremo certamente riprendere il sopravvento.
Ma ci vuole anche un’altra politica, altri uomini, altre visioni e prospettive economiche. Prendiamoci il coraggio di cambiare e di sostenere chi ci propone nuove strade e non più, o non solo, sacrifici solo per la gran parte dei cittadini che sono per lo più vittime incolpevoli della crisi in atto. Quando ci saranno fautori di queste nuove prospettive allora varrà la pena andarli a votare!

Fonte:Tiscali.it

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