venerdì 16 marzo 2012

L’inganno dell’Auditel devono conoscerlo tutti




Ormai anche i comodini sanno che un programma televisivo più fa ascolti più le pubblicità pagano, secondo la logica del famigerato audience! Ma sappiamo realmente in cosa consiste questo meccanismo? La parola inglese se letteralmente tradotta significa “a portata d’orecchio”, ma in termini televisivi e quindi pubblicitari consiste nel numero di persone che seguono un programma in un determinato periodo di tempo, cioè una vera e propria unità di misura (spettatori per tempo) usata dai pubblicitari per i propri intrallazzi economici. Il bello è che tutto gira attorno alle pubblicità e di riflesso all’audience!

In passato la televisione di stato aveva un “Servizio Opinioni”, dove veniva controllato il livello di partecipazione e di gradimento degli spettatori, in pratica prima alla tv stava a cuore la qualità e la soddisfazione dei telespettatori. Con l’arrivo delle pubblicità e delle tv private cambiò tutto, l’importante era (e ancora è) fare numero, non importava come ma quanto, in poche parole si passò da una politica di qualità a quella di quantità. Ed ecco che nel 1986 da un accordo tra la Rai, la Fininvest e l’UPA ( gli utenti delle pubblicità) nasce l’Auditel, una società privata che si occupa di controllare e trasmettere i dati di ascolto giornalieri, peccato che questi dati non così reali come si pensa, ma bensì da proiezioni statistiche spesso errate!

Infatti dovete sapere che i dati si basano su un campione di 5.101 famiglie scelte secondo dei criteri, alle quali sono stati consegnati dei telecomandi speciali e un meter. Questi telecomandi vengono affidati ad ogni componente della famiglia, in modo da capire ciascuna preferenza, così si sà cosa guarda la mamma la mattina, che Tg preferisce il papà e quali cartoni animati guarda il figlio, poi questi dati vengono trasmessi al meter. A questo punto i dati vengono inviati, tramite la linea telefonica, al centro di elaborazione dati della AGB-Italia che elabora e analizza le preferenze degli utenti. Anche un cretino capirebbe che queste preferenze sono del tutto inaffidabili, il padre potrebbe tranquillamente utilizzare il telecomando del figli e così via, non c’è nessuno che controlla questo, per non parlare degli errori, molto spesso denunciati, della stessa Auditel!

Perciò quando un programma si vanta di aver fatto il 50 % di share dobbiamo capire che  non sono stati incollati allo schermo la metà degli italiani ma la metà delle famiglie campione, e c’è differenza tra 15 milioni di persone e 2500 famiglie! Ecco l’ennesima presa per il culo! Ci sbandierano dati che dovrebbero rappresentare tutta l’Italia quando invece riguardano qualche migliaio di persone, tra l’altro scelte da loro! Questi gran furboni lo sanno perfettamente e continuano a prenderci per il sedere,e la massa continua a sbavare di fronte alla Santa TV e i pubblicitari a rimpinzare le bocche di questi porcelloni sempre affamati. Svegliamoci gente, la peggiore delle schiavitù è quando ci si crede liberi ma non lo si è!

Fonte: complottiemisteri.noiblogger.com

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