Una tortura in piena regola compiuta da uomini in divisa, gente che si eccita semplicemente sfiorando una pistola o accarezzando un manganello.
Trapani – Un uomo denuncia di essere stato vittima dell’assurda violenza da parte di un gruppo di carabinieri. Il fatto è accaduto a Pantelleria, nel trapanese e risale al luglio del 2011. A riportare la notizia è Affaritaliani che ha raccolto la diretta testimonianza della vittima. L’uomo, 42 anni, stava facendo ritorno a casa insieme a due amici quando, viene fermato da una pattuglia dei carabinieri per un controllo. L’uomo aveva bevuto 3 bicchieri di vino e di questo informa i militari. La cosa strana è che l’uomo non viene sottoposto immediatamente ad alcool test. Viene invitato a proseguire con la sua auto per accompagnare a casa le due persone che erano con lui e poi andare in caserma. La prassi sarebbe dovuta essere quella di verificare immediatamente il tasso alcolemico ed, eventualmente, ritirare la patente. I carabinieri, invece, hanno lasciato guidare un uomo potenzialmente ubriaco. Poca cosa se si pensa a quello che, secondo il racconto dell’uomo, sarebbe accaduto di lì a poco in caserma. L’uomo, giunto in caserma, fa l’alcool test. Nota il nervosismo dei militari e prova a stemperare il clima con una battuta “Da domani mi toccherà andare in giro con la bicicletta”. Neanche avesse raccontato una barzelletta sui carabinieri, un maresciallo gli dà uno schiaffo. “Ho capito di essere nei guai, ma purtroppo non potevo fare niente. Quando sei dentro la caserma e sei solo non puoi fare niente. Mi continuavano a ripetere: ‘Qui comandiamo noi, qui non si grida’. Però io non stavo gridando, non ho offeso nessuno. Sembrava già tutto pronto, pareva che le legnate fossero già lì pronte per me”. Poi ancora schiaffi e calci, una tortura in piena regola compiuta da uomini in divisa, gente, evidentemente, che si eccita semplicemente sfiorando una pistola o accarezzando un manganello. Bulletti di periferia in pieno delirio d’onnipotenza. Giunge in caserma uno degli amici che si trovava in auto al momento del controllo. É preoccupato perché non sa più nulla dell’uomo fermato. Viene picchiato anche lui. Dopo essere stato rinchiuso in cella la vittima del pestaggio viene portato in un ufficio per firmare i verbali. Sono le 8 del mattino quando, la presunta vittima esce dalla caserma. Ha dolori e la sera si reca al pronto soccorso. Ha un labbro spaccato e varie echimosi sul corpo. La prognosi è di 7 giorni. Decide di denunciare l’accaduto ma non a Pantelleria, non si fida: “Non potevo farlo a Pantelleria, non mi fidavo più di nessuno. Allora ho deciso di sporgere denuncia alla Procura di Marsala”. Secondo la vittima, il suo non sarebbe un caso isolato: “Pantelleria era terrorizzata dallo stato di polizia che si era venuto a creare. C’erano cinque o sei carabinieri che facevano il bello e il cattivo tempo. La gente quasi non usciva più perché aveva paura e i media locali non parlavano di quello che succedeva. La legge non era uguale per tutti, la legge la facevano loro”. Dopo la denuncia presentata dalla presunta vittima, la Procura di Marsala ha iscritto 13 carabinieri nel registro degli indagati. Cinque di questi sono ritenuti i responsabili materiali dell’aggressione, gli altri sono ritenuti responsabili di omessa denuncia.
Pubbilcato da Vincenzo Borriello
Fonte: NOTIZIE.IT
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