Angelino Alfano si
spertica nella sua nenia omofobica. Una cantilena così noiosa che non si
capisce perché faccia notizia, se non per la (mancata) reazione del
partito democratico. Il segretario del PdL colpisce a caso e, nonostante
il barcollamento, arriva al punto.
I
fatti: qualcuno nel governo s'è accorto che i suoi predecessori hanno
dimenticato di recepire la norma anti-corruzione emanata dall'Europa.
Convocati i leader dei partiti che formano la maggioranza, si chiede una
rapida approvazione. Ma il PdL non è per la quale: tira fuori il suo
repertorio di nani e ballerine onde evitare il confronto.
Sono
in troppi a sostenere che l'allievo non supera il maestro. I soliti
piccoli show a cui eravamo abituati oggi sembrano firmati dall'istituto
luce, almeno per il sapore di incartapecorito.
Ma
un colpo va a segno: “se andasse al governo il PD ci sarebbero i
matrimoni fra uomini” (le donne e il lesbismo sempre rimosso). Una cosa
che, detta in Europa, farebbe meno notizia dell'omofobia creativa di
Alfano, certamente sanzionata ovunque.
Però
Angelino ha ragione: la tradizione politica socialista e progressista
nel resto del mondo sostiene, con assoluta tranquillità, il matrimonio
gay e risponde agli sproloqui sulla famiglia tradizionale con
l'affettuoso sguardo di chi guarda una nonna tostare il caffè in casa.
Così vintage e folcloristico è il familismo italiano che può essere
piacevolmente deposto insieme al mandolino in un vecchio album.
E
invece no. Nada. I biscotti mulino bianco sono il riferimento della
famiglia tradizionale della costituzione. Perché in quel “tradizionale”
c'è chiaramente il riferimento ai biscotti nazionali.
Il
partito democratico è così incredibilmente arretrato su questo punto da
lasciare sempre il fianco scoperto a chi, messo nell'angolo, deve
colpire i punti bassi.
È
veramente incredibile. Una doppia omofobia da medioevo. Il PdL che
“accusa” il PD di volere il matrimonio gay e come risposta un partito
del 30% imbarazzato che cambia discorso e la risolve con una battuta sul
lavoro.
Scritto da Filippo Riniolo
Fonte :Il Corsaro l'altra informazione
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